mercoledì 23 maggio 2012

L'amore degli ultimi.

Perché chi è sempre stato lasciato indietro ha una forza che lo divora.
Chi non viene mai visto.
O viene guardato con sorrisi freddi, distratti.
Chi prendeva la bici e andava sotto il palazzo, contava le finestre, trovava quelle con la luce accesa, è là che c'è la festa, ma non lo hanno invitato. Non lo invitano mai, al limite se hanno bisogno di un pagliaccio perché ci fai ridere tu.
Chi non riesce mai a immaginarsi lì con lei, nudi, abbracciati, sorridenti, o sudati, mani sulla pelle, sulle tette, nella figa umida, lei che ti vuole, a carponi, a culo in su, chiavami.
Invece si immagina benissimo a camminare fino a notte tarda, in mezzo a tante finestre che ormai dormono.
Finché è stanco, e va a letto anche lui.
Solo, come sempre.
Chi è solo, da sempre.

Chi è così ha un segreto che brucia.
Dietro quella faccia immobile nello stampo di una risata.

Ecco perché.
Perché la guardo, questa donna.
Guardo lei, non il suo fucile, la sua rabbia, la sua voglia di ammazzarmi.

La guardo e la voglio.
Sento il morso della fame di anni senza calore.
Lo conosco, ti prende la pancia, ti fa irrigidire i muscoli del viso, mostrare i denti.
Ti fa sbadigliare aria tesa.
Gli occhi bruciano appena.
La guardo, la vorrei annusare.
Toccare.
Amare.

Perché chi è sempre stato dimenticato.
Abbandonato.
Invisibile e muto.
Morto.
Per ogni donna.
Chi è stato in guerra da sempre.
Lui: ha una luce accecante.

Anche se siamo in questo mondo lontano.
Perso nelle mie fantasie.
Anche se questa donna non esiste.
Anche se questa donna...

Mi spara.
Mi ha sparato.

Allora: buio.

venerdì 18 maggio 2012

Minetti: MUOI.

Sono lì che lavoricchio davanti al monitore, con la "e", in italiano. 
Mi rompicchio, do un occhio al socialicchio netwkorkikkio, mi sale su una foto della Minetti.
Figa? Sì. Boh. No. No. 
Cioé, sì, ma sto invecchiando. Con la vecchiaia le donne sceme mi ammazzano l'ormone. Più invecchio e meno mi fanno sangue. 
Vabbe', magari non è scema, sebbene abbia lo sguardo molle di una con un cervello con le dimensioni di una biglia, quella con su Gimondi. 
Ti dirò, secondo me è una persona piuttosto intelligente, che è stata però delusa dalla vita e allora ha mollato, si è arresa, lasciando che le venisse regalato il mondo in cambio della figa. Vabbe', allora è vigliacca. 

Sento vento, intorno a me. 
Ho chiuso gli occhi, mentre pensavo. Sento echi, lamiere, barattoli che rotolano chissà dove, e ancora aria che soffia, sbatte tra muri e vie, mi strattona la camicia sul petto. 
Parlo ad alta voce: 
_ O è vigliacca, o è scema. 
La sentenza è la stessa. 
Sarà sterminata. 
_ Ma col cazzo! E poi chi cazzo saresti, tu? 
Apro gli occhi di botto. Mi hanno risposto! 
Una voce di donna... dove? Tasto la pistola che avevo appoggiata sulla gamba, mi guardo in giro. Troppi echi per capire da dove... 
_ Sono qui, coglione. E posa la pistola. Posala o ti freddo. 
Alzo la testa, è sopra di me, sul tetto del palazzo di fronte. 
Mi punta un fucile addosso.
Allargo le mani, e lentamente appoggio la pistola a terra. 

Mi devo svegliare. 
Mi devo svegliare. 

Cazzo. 
Non ci riesco.