martedì 30 giugno 2009

Voglio dare un sorriso e sorridere insieme .

Caro (ma Cara, ma che dolce...)

Il mio nome e Natalia! Io penso che Lei dovrebbe sapere che io dall'Ucraina ed io vivo in citta sotto nome Kiev! (ma che Cara che è! Sono ancora tutto indolcito dall'inizio, che quasi non noto che "pensa se vivevi in città sopra nome" che casotto...)

Abbastanza il grande e la bella citta! (sì, abbastanza categorie sergioleon-kantiane... il grande, il bello, e il fetuso...)
In generale io nascevo in lui ed io vivo su todays! (Osti, Kiev è un uomo... e la Natalia mi vive su todays... tutto il giorno attaccata a todays! Sarà una roba tipo facebook ma sgrausa, gestita dalla mafia russa, today.ru?)
Ora a me di 26 anni e come Lei probabilmente ha indovinato io ora coltivo e solitario! Quindi ha risultato che io non potessi incontrare correttamente la persona con cui potrebbe gettare nel destino! (Avevo proprio indovinato tutto! Coltivi, a maggese mi sa, dei giochi di carte, e questo ti fa gettare le persone nel cestino, ed esse non lo gradiscono: CHIARISSIMO! ... ma che carte usi, i tarocchi dadaisti?)


Io non so che io ho spinto su esso un passo ma io ho deciso ciononostante di provare la felicita! (Non sai che io ho... cosa? Ahh, whatever!)
Ora io non so che da questo esso per risultare ma io spero che tutti saranno buoni!
(Tutti sperano che tutti saranno buoni... si sperano l'un l'altro, si autosperano, un paradosso che con quello di Russell ci faccio la birra)


Quindi Lei ora sa dove io vivo anche gradirei continuare! (prego, continua pure ad abitare in città sotto nome Kiev, ci mancherebbe) Attualmente io lavoro ed io lavoro come il direttore! (Aspetta... forse lì da voi "lavorare come il direttore" è un modo di dire... tipo "picchiare come quel del formai"... o se no... quale direttore? Il GIOVIN DIRETTORE? ORRORE! Desisti, Cara... esso è il male, tu creatura immacolata, non pui esserne screziata, che cosa stoscrivendo, aiuto, strascrivo...)

Bene io penso abbastanza del mio lavoro! Scriva dove anche come che i lavori Lei? (Io lavoro anche come a Milano i miei lavori... 'zzo s'è difficile l'ucraino...)
Se il Suo lavoro e piacevole a Lei? (Se a lei abbastanza, è se a me che... mh mh)

Ometta per il mio lavoro io ho molti hobby per esempio io raccolgo monete antiche. A me quale grande raccolta
Io valuto. (... che Cara... valuta lei... me la immagino tutta impettita con quel labbruccio serioso...)
Io posso dire circa me che io attivo lo sportivo (ah... fai questo effetto sull'uomo sportivo?). Piaccia giocare a tennis di tavola e mi piaccia un gioco degli scacchi! (quale gioco degli scacchi? Ce n'è un mucchio, se non specifichi quale...)

Voglia dargli la piccola rappresentazione sul mio carattere. Puo dire quell'amichevole e socievole. Io molto raramente e adirato ed a tutto io non amo disputa. E piacevole a me e nella societa allegra ed io apprezzo il buon senso di umore (chi non apprezza una bella pinta di umore... bleah). Mi piacciono uomini arguti.E che preferenze a Lei? Va in per sport?
(No, io vado in per, tra fra, fresche frasche...)


Io leghero la mia fotografia a questa lettera io lo spero a Lei e piacevole. Gradirei vedere le Sue fotografie se a Lei e. (Mi spiace, ma a me non e. Non la prenda sul personale, ma di solito non e. Al primo appuntamento poi...)
Io spero che la nostra amicizia comincera con questa lettera e e piu tardi possibile relazioni piu serie se questo che che Lei vuole. (Cioé, nemicizia? Che relazione più seria vuoi dell'amicizia? Sì, faccio lo gnorri, e allora?)
Scrivo cosi perche io realmente sono aggiustato seriamente e sinceramente io spero che a Lei?
(Pensavo che scrivi così perché sei un traduttore automatico, invece?)


Ed io non chiedero Lei mi aiuta con soldi. Io conosco molte storie lo.
Se Lei scrivera a me piu, Lei capira che io non sono tale ragazza! (Ma che Cara...)
Io sono la semplice ragazza in Ucraina che vuole vivere all'estero. Io voglio abbia marito e famiglia di destra. (...)
(di de...?)
(???)
(... ma che Cara... ma che Cara stronza! Ma va' a ciapà di ratt, te e quel futuro fascista di tuo marito, e quei futuri fascistelli dei tuoi bambinelli!)
Io tentero moltissimo per questo. Io ho intenzione molto seria


Su lui io voglio finire questa lettera ed io aspettero la Sua risposta. Mio email : nata.bouffard@gmail.com
Il Sofia di distinti saluti!

(Che se tu sei il Sofia dei distinti saluti, ocio che io sono il Gaetano dei calci in culo!)

(Ma tu guarda te...)

(Che robe...)

Hasta lo SPAM, siempre!

domenica 28 giugno 2009

Eutanasia di un livore

Peppermind: Pronto?

Ghost Mind: Sì.
Ma facciamo in fretta, ho poco tempo.

PM: Scus…?

GM: Hai tutto?
Prendi nota.


Cos’è che ci prendeva, quando eravamo lì, tra una partita e l’altra, in quella palestra, tra l'odore di gomma e sudore?
Che acchiappavamo quelli più piccoli tra noi, che ci odiavano, ci rispettavano per paura, che ci guardavano con invidia perché eravamo “grandi”, e li obbligavamo a muoversi come i mostri di space invader, da sinistra a destra, da destra a sinistra, da un muro all’altro.
E poi giù a pallonate, a mirarli, legnate che mi ricordo il destro di Warpath, ci aveva la castagna, che tirava delle bombe che poi andavano via piangendo, perché fa fico stare coi grandi, ma quant’è dura.
E meno male che la palla era anche una di quelle piccoline, di gomma, “la pallina”, mitica protagonista di innumerevoli pomeriggi passati a giocare a calcio, le ombre che si allungavano, e giocavi, giocavi, fino a quando potevi soltanto “sentire” dov’era, che non la vedevi ormai più, inghiottita dalle voci di chi apparecchiava per cena.


Cos’è che ci prendeva quando Cable ne metteva sotto torchio uno, e gli faceva il ripasso di storia?
Lo faceva sedere sul muretto, la neve ancora che si scioglieva, e gli faceva delle domande, il sorriso a labbra strette, che se sbagliava gli mollava una randellata con un ramo staccato da qualche pianta.


Cos’è che ci prendeva a me e Gambit, di notte, a disegnare passi solitari in quel paesino di mare della Liguria d’inverno, il vento che soffiava tra i nostri vestiti, neanche un cane alle 5 di mattina, a rubare tutti i cartelli stradali, smontarli uno a uno, e chiuderli nel capanno degli attrezzi del bagnino?

Livore.
Ecco cosa.
Livore a prima vista.
Scusa se ti chiamo livore.
Il livore nobilita l’uomo.
Pena, livore e fantasia.
Livore è non dover chiedere.
Il livore rende liberi.
Ecco cos’era.
Ma non è quello che mi circonda adesso.
Questo è solo una caricatura di quel livore.
Indirizzato male.
Certo, come lo era il nostro.
Eravamo acerbi come bile, non eravamo questi adulti con famiglia che occupano la mia terra.
Era la rabbia verso questo schifo di vita, di mondo, di no future, no future for me.
Ma questi non hanno mica quel genere di rabbia.
Questo livore maldestramente impugnato.
Ma anche masticato, assaporato, e digerito male.


Questi s’incazzano perché qualcuno va controsenso nella via Frimboletti, che in via Pastolanzi c’è il mercato, che l’hanno fatto anche loro fino a ieri, e tutto OK, ma se lo fa qualcun altro, ah, la ragione è dalla nostra parte, martelliamolo!
Questi aggrediscono e urlano insulti al primo immigrato che si avvicina, perché non hanno le palle di bastonare chi li opprime in ufficio, a casa, alla televisione, sfoggiando SUV con la Smart di scorta (la ruota, di scorta, è per poveracci, ci hanno direttamente la Smart nel bagagliaio), millantando scopate di fiche e fichi a getto continuo, che il viagra è un ritardante, come dice quello là, il Generale dell’esercito d’occupazione.


Non sanno più cos’è il livore.
Livore universale.
Tutto il livore che c’è.
Ormai campano grazie a un livore a cottimo.
Otto ore di livore, e poi a casa.
E magari vomitano acido per lo stress da superlivore.
Non sanno più che il livore è un diritto, che tutti dovrebbero avere un livore che gli piace.
Non hanno mai provato il vero livore.
Chiedono soltanto una fetta di livore, una fetta di livore, nel tè.


Per questo non si accorgono che non si sentono più le cicale, quando il sole si adagia come un respiro caldo sull’asfalto ormai bianco di tanti tram.
Per questo non si siedono all’ombra, a sbirciare chi c’è di là, immerso nel tempo diluito dalla luce del primo pomeriggio.
E corrono a chiudersi nel gelo condizionato.
Prima che qualcuno li trovi.
Li trovi sul serio.


Un saluto dai territori occupati.
E buon livore.


PM: … uon livore.
Fatto.


GM: Bravo, riattacco se no mi sgamano.
Addio.


PM: A presto…

SE TELEFONANDO IO CANTASSI CHE FORSE NON LO SAI MA PURE QUESTO È LIVORE…

venerdì 26 giugno 2009

Humor Grigio #10

E dopo tanto rumor gigio, un po' di sano humor grigio per augurarvi buon week end.
Sì, OK, vi voglio MALE.

(Attenzione alla cronologia)

8.52 AM
Arrivo in ufficio, completamente in marasma per il sonno.
Sono il primo.

8.53 AM
Arriva Impossible.
Mi vede.

The Impossible: Ciao Pepper.

Io: Ciao Impy.

8.54 AM
Dopo meno di un minuto di inquadramento della preda, valutazione del suo stato emotivo, parte con la bomba.

The Impossible: ... sai?
Stanotte ho sognato quella canzone... Is de end of de uorld ui nou... sai, quella lì? (Non sa l'inglese)

Io: ... (lo guardo con occhio che affoga in un mare di pesce lesso)

The Impossible: Mi sa che ero proprio nella fase massima di REM!

8.55 AM
Vado a prendermi un caffè doppio.
Piangerò quando sarò sveglio.

... e ricorda: con Impossible, è livore a prima vista!

giovedì 25 giugno 2009

R(h)umor Gigio: Berlusconi tale e quale n° 9. Gli amici non si rinnegano

Anticipo questo numero, il "capitolo 9", perché è bello vedere come si parli della kermesse organizzata a L'Aquila nei giorni del terremoto, le promesse, il fiero orgoglio di Feltri per il Berlusca e la sua concreta e umana reazione... e confrontarlo con le manifestazioni di rabbia e delusione dei terremotati a cui assistiamo in questi giorni.
(In realtà ho sbagliato, pensavo fosse il numero 7, e me lo sono letto tutto, e quindi col birignao che ne leggo un altro di seguito, vi beccate questo e ciao.)

Il numero è, come intuibile da titolo, incentrato sul'amicizia con Bettino Craxi, ed è veramente geniale l'inconscio accostamento terremoto/Craxi (forse non è inconscio,
è solo il Feltri bambino che non sa come uscire, come fare, essendo maledetto da un geas/quest lanciato dai sacerdoti della libertà, per dirci che siamo ancora in prima repubblica, ma ne dubito), come lo è il tentativo di normalizzazione dell'anormale, tentato nell'editoriale:

Feltri: [...] mentre infuriava la caccia al Cinghialone (non si capisce bene se si riferisca a Craxi, che in effetti aveva quella fisionomia porcellosa, che poi uno gli vengono le derive lombrosiane, oppure a una generica caccia al politico corrotto), Berlusconi non esitò a corteggiare Di Pietro: è vero, ma si deve sopravvivere, e a quel tempo manifestare appoggio al segretario socialista sotto attacco sarebbe equivalso al suicidio.
Credo che persino Bettino condivise questa prudenza.

A Vittò, ma possibile che non ti rendi conto di quel che hai scritto?
Che Berlusconi, tanto bravo, tanto orgoglione di Craxi, è andato a leccare la chiappa nerboruta del Di Pietro che lo stava spedendo in esilio?
Chissenefrega se Craxi condivise, anzi, proprio per quello siamo contenti che si tolse dalle palle, insieme a tutte la cariatidi della prima repubblica: perché erano untuosi, viscidi, arroganti e disonesti manipolatori.
Mi stai dicendo che col Berlusca non è cambiato una cippa, e che in più andò da Di Pietro solo per pararsi il culo, non certo perché convinto della giustezza dell'operato del magistrato (e cividì, il Di Pietro indagherà il caballero insieme a tutti gli altri vecchi inciucioni).


Quel che più mi abbatte è che questa mia rigorosa analisi linguistica, finisce in tarantellone per la maggioranza degli italiani, che se leggono quella frase del Feltri, annuiscono convinti, che ci abbiamo il salvatore della patria (mi tira un po' su il fatto che... ma chi vuoi che abbia letto 'ste porcate, se non io per farne cabaret?).

E la prima parte del foglietton è tutta un memento mori del Craxi, che era bravo qui, amici di là, aficionadi di qui, Mitterand al diseva che l'era un baluardo dei lavuratùr (seee, certocomenò, guarda chi c'è nella ipsilon 10! Quel sindacalista di Craxi! RIBALTIAMOLO DI CALCI IN CULO, COMPAGNI!, tipo camionetta dei caramba che se l'assalivi a calcioni cadeva di lato... ah, bei tempi di sommossa).
Indigeribile, falso, se fossi nella famiglia di Craxi citerei Feltri e Berlusconi per vilipendio.

Poi si arriva alla disgrazia di L'Aquila.
Rileggere la promessa di mettere "a disposizione alcune mie case", da parte dell'anzian premier, mi fa venire in mente due cose:

1) Berlusconi col puparuolo di fuori, che fa una cernita delle terremotate, seguendo l'andamento dell'indice economico (per quello ha il puparuolo di fuori);
2) terremotati chiusi nell'arena della villa di Sardegna, in attesa degli elicotteri che li getteranno in mare, che a Berlusconi piace l'arena e gli fa sempre ridere un mucchio la faccenda dei desaparecidos, quindi...

Ma molto bello anche quel che dice Feltrone:


Feltri: Parole? (a pacchi, se non erro)
Promesse dettate dalla commozione del momento e destinate a cadere nel nulla?
(anche peggio, che ci manca che li frustate come un branco di pecore, a suon di coprifuoco e controllo delle informazioni che escono e entrano nei "campi profughi" che avete allestito)
Nemmeno l'opposizione questa volta se l'è sentita di prendere questa strada.

Ma no problem, la prendo io questa strada!
Che sono qui apposta, ad opporre ben più che il pollice, prima che ci si dimentichi del darwinismo, e ci si accontenti solo del sociale, neh?
E ci metto sopra anche due pentole antiaderenti!
Aggiungendo: no, ma facile fare i moralucci e il brindisino, prima ancora che sul tavolo ci siano i tarallucci e il vino (minchia come fa rima questa frase).
Che faccia da beone affannato ci hai, Feltri, a dire che non sono state promesse vane NON APPENA emesse?
Ci hai il promess detector?
Oggetto istituzionale e oggetto reale son i stess cos, che Searle te lo suoni come un sassofono?

Ed è tutto su questo tono, fino a un zuccheroso e patetico articolo del Farina (feltramba che sorpresa! Ma dov'era finito, dal primo numero? E soprattutto: perché non ci è rimasto, dovunque fosse finito?), che ci enumera tutte le ragioni per adorare l'eroe populista, ritratto mentre indossa il casco del kit "premier pompiere", che non vi sto a riportare, tranne l'apice di tanto salivare:

Farina: [...] gli hanno creduto perché non indossava la maschera d'occasione, ma era proprio se stesso (sì, avvoltoio e succhiasangue, in effetti, ci può stare)
[...] il leader non è un ruolo che si recita, ma una qualità che si ha
(cioè da mettere nel curriculum, tipo? In calce agli studi e ai lavori, corso di inglese di 4 anni, conoscenza di linux e sistemi operativi bsd, leader, all'uopo costruttore di plastici di cogne? O tipo che uno è simpatico, sa giocare bene al bliardino, è leader e anche un po' sovrappeso?)
[...] Quando è molto buio, si ha bisogno di credere, anzi, proprio di vedere, toccare, assaggiare che il leader politico di un Paese non è il capo di una fazione [...] (aggiungo post-commenti che: il Farina dice esplicitamente che vuole TOCCARE, memore delle palpate a piene mani che allungava alle sciure durante le messe vespertine, ma fa anche ridere che prima dice "vedere", che al buio, mh mh, non va tanto bbène, poi quasi si corregge aggiungendo "toccare" e "assaggiare", e uno ci rimane male che si fermi lì, che si aspettava anche "annusare", "mescere", "suggere" e magari "fastroponzare", tanto non li legge nessuno 'sti fasci, coli).

Non commento neanche, via, immaginando Farina che piange osservando la sua laurea, se ne ha una, qualsiasi essa sia.
Se non che l'ha, allora sul suo diploma, qualsiasi esso sia.
Se non ce l'ha, sulla licenza delle scuole medie.
Se non ce l'ha... sul sussidiario, che almeno lì scriveva cose che avevano un senso, bei tempi, eh Farina?


Vi presto del velo di Maya, per stenderlo pietosi, ma non prima di avervi salutato con una chicca direttamente dalle labbra del vecchio maiale, che magari vi era sfuggita, ne dice tante:

Berlusconi: In questi anni ho fatto talmente tante cose che dell'inizio, di quei giorni del 94, ricordo poco.
È come se la memoria ne avesse cancellato la maggior parte.

Magari capitasse anche a noi che ti odiamo cordialmente e che ti reputiamo la causa della rovina culturale e economica del paese, MAGARI.
Invece ci ricordiamo ogni singolo istante, come ci si ricorda degli incubi a occhi aperti.

mercoledì 24 giugno 2009

Helpella 2000: le feste di Mansarda Inquietona!

Le foto scandalo di Elizabeth Braddock!

Milano 24 Giugno.

È stata avvistata oggi la giovin sorella del giovin direttore, Elizabeth Braddock in arte Psylocke, nei pressi della postazione di Mr Fantastic.


Essa è risultata essere creatura di notevole bellezza, al contrario di suo fratello, parto malato della fantasia del La Mettrie di Innsmouth.
Si aggirava con sguardo spaesato, che essa non appartiene né alla classe dei dirigentotteri, né tantomeno, sia mai, pussa via, SCIÓ, a quella dei dipendentotteri, ma si limita a fare del quarto piano, detto "mansardato", per via della sua recente costruzione 'a copp' o' terzo piano, il suo habitat naturale nel quale gli
etologi suppongono conviva con un compagno di natura architetturale (anche qui: gli etologi sostengono che sia codesto compagno ad aver progettato il nido, ovvero il mansardato).

La giovin sorella è stata anche sentita rivolgere una richiesta a Mr Fantastic:

Psylocke: Ciao Reed.
Mi ha detto Jamie di passare perché ho un problema.
Nel mio squairrael ci sono troppe mael ma non riesco a cancellarle.

Il Mr Fantastic, noto jolly risolvi tutto della dirigenza & family, ha prodotto un aggrottamento di sopracciglia, e uno sguardo shtupit' e peppless, prima di realizzare che squairrael era solo la parola che gli abitanti del mansardato usano per indicare il programma di posta Squirrel Mail, e che per la stessa ragione mael significa mail.
Gli etologi sostengono che sia l'idioletto di chi ha studiato per anni negli steiz (Stati Uniti).

Bruce Banner pare abbia commentato:

Sì, lei userà anche squairrael, però con aulauk (ndr: si suppone intendesse Outlook, tentando di imitare l'idioletto della giovin sorella) è meglio, eh?

La giornata è finita con un'accesa discussione sulla presunta parassitarietà della giovane Psylocke, che, NON SOLO, si abbarbica in cima all'edificio preesistente che ospita la società Internettoes, ma trova modo di approfittare della ditta del fratello, e precedentemente del paparino, PURE per grattarsi via i propri problemi di caumpiucia (computer), discussione che è proseguita a più riprese, a suon di squairrael e aulauk, eseguiti a mo' di triviale scherno dalla canaglia invidiosa e rognosa che popola il Nightmare Team (naitmaer ciam).


Da Milano

Peppe Mentali

martedì 23 giugno 2009

C:\> list civetta

Quell'irascibile, rissoso, Bruccio di Banner è anche colui che si occupa dell'IT, cioé, dei problemi tecnici interni all'azienda, basta che siano sufficientemente di poco conto e fastidiosi, che i nobili tecnici sistemisti "sì adesso ci ho altro da fare, pensaci tu Bruce".

E allora gli toccano anche robe del genere che lo chiama una delle nostre receptionist, Heather Hudson, brava ragassa eh?
Possiede un cervello, legge tanti libri...
Ma di fronte all'esperto informatico cede la propria dignità epistemologica, bruciando ogni grammo del proprio intelletto sull'altare del tecno-esoterismo.
È una vera e propria religione di massa, non le si può fare una colpa, al limite un colpo sulla capoccia, o meglio, una botta d'idraulico
pineale liquido, che magari mi sgorga l'omonima ghiandola e mi riprende il regolare flusso di considerazioni sensate.

Heather Hudson: Aiuto!
Ho preso un virus!

Bruce Banner: Calma, calma, adesso vediamo...
L'antivirus ti dirà il percorso... me lo leggi?

Heather Hudson: ... cosa?

BB: Nella finestra dell'antivirus, che ti avverte che hai un virus, in alto... c'è scritto il percorso..

HH: Quale… quello dove c'è scritto:
C:\Documents and Setti-

BB: Esatto, C:\Documents and Settings\heatherhudson

HH: OHHH! (l'impulso elettrico stupito, come un cerbiatto di fronte ai fari di un'auto, dopo un attimo di paralisi scappa per sinapsi mai battute prima in quella rete neuronale vergine di tanta tecnicità, la voce si topolizza, si fa VERBO del Dio Mouse, l'unico veramente benevolo tra gli oscuri signori pagani dell'informatica, e la vedo che si volta come ad aspettarsi il fantasma di Bruce alle sue spalle, come una civetta catapultata dal ramo direttamente di fronte a un monitor che emetta la sua invocazione)

HH: Ma ALLORA TU sei già nel mio computer!?! (Sia LODE al grande Dio Mouse!)

Bruce piange silenziosamente, mentre in tutta fretta organizzo una squadra di battitori per allontanarlo dal villaggio abitato.
Si sa mai.

SE TELEFONANDO IO POTESSI ESSERE GIÁ NEL TUO COMPUTER, FIDATI, NON LO FAREI...

Si ringrazia Davidia per la splendida foto!

domenica 21 giugno 2009

Elodio (Elogio dell'odio).


Peppermind: … Pronto?

Darkmind: (Si sbriciola una sigaretta, ingoiata da un respiro. Poi la carezza gelida di fumo scivola sottile dalle labbra, sospinta da un soffio.)

PM: Ma chi è?

DM: Taci.
E ascolta.
Io odio i milanesi.
Li odio perché non sanno dove vivono.
Li odio perché non vivono.

Occupano il territorio.
Non sanno più cos’è il sapore di un cortile.
Le finestre aperte e le ringhiere, voci di donna che chiamano i figli.
Bambini che cantano la gioia.
L’ufficio, la fabbrica, un brutto sogno dal quale risvegliarsi.
Per parlare, ridere, suonare e danzare.
Io odio i milanesi.
Li odio perché odiano.
Odiano chi invece sa ancora annusare il profumo dell’estate nei negozi.
Sa stendere i panni che rabbrividiscono di sole e vento.
Sa pizzicare le corde della notte sussurrante, lì sui balconi, per le strade.
Li odio perché vomitano furore d’invidia su chi sa ancora chiudere gli occhi in un sorriso.
E lo chiamano straniero.
Malvagio.
Così possono ancora cercare di dormire, per tornare ai loro incubi.
Non aprire lo sguardo, le orecchie, le braccia, ad altro che non sia se stessi.
Io odio i milanesi.
Li odio perché non ricordano il fiume.
Il mare.
Animali immensi, felici e inquietanti, li senti?

Solo di notte.
Io odio i milanesi.
Li odio perché non vivono.
Guardano se stessi vivere.
Li odio perché odiano Milano.
Non camminano nelle piazze.
Non guardano in alto, i cornicioni, i giardini che sporgono dai terrazzi.
Il cielo.
Questo assurdo, condannato, cielo senza stelle.

Trema, scosso da bagliori rossastri.
Io odio i milanesi.

Li odio perché sono solo il primo passo.
Verso il mio
odio.
Verso l’odio

per chiunque.

PM: Ma… ma… non sono tutti così…

DM: Ogni guerra ha le sue vittime innocenti.
E non è vero che nessuno è innocente.
Gli innocenti ci sono eccome.
Ma devono cadere per primi.
Niente deve rimanere per i colpevoli.
Nessuno che possa salvarli con la propria umanità
Solo la paura di essere soli.
Prima della fine.

PM: …

DM: (Forse un colpo leggero di tosse, o forse il suono di un sorriso, prima dell’urlo silenzioso della cicca che si sgretola nel posacenere, spegnendosi.)

SE TELEFONANDO IO ODIASSI…

venerdì 19 giugno 2009

Corso di Easy Solving Logic (lesson uan): TUTTAPPOSTO!

Di fronte ad un quesito posto da un cliente, che possegga le seguenti caratteristiche:

1) incompetenza dell’emittente (cioè: il cliente è una capra che indossa maglioni lana caprina)

2) inconsistenza del problema (se lo risolvi o meno non cambia niente, il cliente MAI se ne accorgerà, è che non ha una ceppa da fare, facebook è down, e allora ha deciso di disturbare la tua quieta consuetudine di fare la calza quando non chiama nessuno)

3) inconsistenza delle ripercussioni (non frega manco ai tuoi capi che ne sarà del problemuccio dello sfigatello che non ha di meglio da fare che rompere l’anima il venerdì, poco prima di fare le valige per Pettucchella Marina)

L’atteggiamento previsto dalla Easy Solving Logic si compone delle seguenti manovre:

1) Comunicare al cliente di attendere un attimo in linea, che stai verificando il quesito che ha avuto la brillante idea di proporti proprio mentre affrontavi un difficilissimo punto saltato incrociato carpiato

2) Porre la mano libera sulla cornetta a simboleggiare che “c’è il mute, inutile che parli da solo come un idiota, non ti sento” (se si hanno quelle moderne cuffiette viene meno bene, ma tant’è), e imprimere un movimento rotatorio alla cornetta tramite le due mani che racchiudono il lato basso di questa, attendendo quel secondaggio necessario a dare l’idea che stai sbattendoti a verificare il dannatissimo futile problema;

Oppure: non mettere il mute, e schiacciare tasti a casaccio sulla tastiera, magari mormorando enunciati quantomeno criptici (“… Ahhh, ecco… la ricorsività del parametro PUT non viene attivata dal TIME a discesa…”, ma anche “No… lo sapevo che la sindrome di Ataualpa avrebbe lacerato la realtà concedendo l’accesso a Pazuzu, ma meno male che ho MagicSwordofPaladine +4 versus demon gods…”), sempre per una durata pari a un secondaggio utile alla falsificazione di attività risolutorie che invece col piripacchio che stai facendo.


3) Infine esclamare: TUTTAPPOSTO!
Con entusiasmo belluino e gongolante.

Che tanto non hai fatto niente, il problema rimane, magari si risolverà da solo, perché il time del put e via e via, e il cliente tanto non ci guarderà mai più, facebook è tornato UP, la zia Patrucca lo ha chiamato già cinque volte da Pettucchella Marina, che lo sta aspettando e le lasagne con la trippa poi si freddano.

Nel giro di un minuto, massimo due, la vostra attività tessile e anche manifatturiera, tornerà ad assumere un ritmo soddisfacente.

Dottor Easy Mind e fanno duecento euros (pluraglie).


p.s. se qualcuno pensasse che il nome del corso rientri nell’ambito dei casi trattati dal corso stesso, e ci ha ragione ci ha, che è un nome a caso in inglese, e via che si fa il corso.

giovedì 18 giugno 2009

Commerciale che vai, disegnino che trovi?


Per acquistare un dominio, tipo zuzzafeffe.eu, un cliente deve fare così:

1) il cliente dice al commerciale che vuole comprare zuzzafeffe.eu
2) il commerciale gli fa compilare moduli vari e gli dice cosa costa
3) il commerciale carica l'ordine nel nostro sistema
4) il sistema assegna un numero di protocollo all'ordine
5) noi tecnici acquistiamo il dominio e lo rendiamo visibile sui DNS, avvertendo il cliente che ha ottenuto il suo dominio.

Capita che il dominio sia già stato acquistato da qualcun altro, ovviamente, allora noi tecnici si scrive al commerciale e glielo si comunica in modo che parli col cliente e decida cosa fare.

Ora, è proprio quel che è successo oggi, e quindi io comunico alla commerciala zia May Parker:

"Ciao,
il dominio zuzzafeffe.eu è già preso

non si può registrare (era nel prot. 000564739)"


Zia May risponde:

"Ma il prot che dici tu è quello in richiesta.
Mi dai info più accurate?
Aspetto .
Ciao
"

E poi viene anche a parlarmi di persona, che non ha capito una cippa, dicendomi pure di scrivere bene la prossima volta.
Ovviamente le sfiammo in faccia.

Sì, OK, ho scritto di fretta, non del tutto correttamente, ma... con un po' di logica base, basolandia, base chiama terra rispondete, ma basettoni proprio, secondo me è ovvio che le sto dicendo che il dominio è già stato preso da qualcun altro e non possiamo comprarlo noi.


Sondaggio: ha ragione?
Non si capisce?
(Susan Storm dice che si capisce benissimo, che zia May non aveva proprio colto la ragione di tanto disquisire, poteva anche farle un disegnino il Doré in persona che non serviva)


Mi sto chiudendo in un mio piccolo e personalissimo mondo lulliano?

mercoledì 17 giugno 2009

Helpella 2000: Scabroso Impossible!

The Impossible azzittito! Ma lui riparla!

Milano 17 Giugno.
Durante lo scorrere di una giornata infernale, con i clienti che tempestavano l'helpdesk con quesiti e lamentele usualmente ridondanti, che il buon Guglielmo si dava al modellismo di cattedrali gotiche nella tomba, altro che rigirarsi ("Ma che gateway ha il mio router?" "Mah... quello che ci ha detto lei di mettere, visto che è un dato richiesto all'attivazione?" "Ma io non vi ho detto nulla!", e allora LA LUNA NERA! ZAN ZAN ZAAAAN!), ecco che in un attimo di miracoloso silenzio:

The Impossible: Ma cosa ti fanno al PapTest? (rivolgendosi a Susan Storm)

Immediato il coro di porteste di TUTTO l'ufficio, ma son cose da chiedere?, ma un po' di rispetto!, ma che te frega, devi fare il pap test?, e addirittura una presa di posizione di quel rozzo e provocatorio Bruce Banner:

Bruce Banner: Impossible... mettiti in testa una cosa.
A volte le tue domande possono toccare punti sensibili, possono anche fare male.
Datti una regolata, che rischi pure le mazzate.

Che detto dallo stesso Banner che non voleva che arrivasse una donna nel nostro ufficio perché "dovremmo smetterla coi rutti! Con le battute sessiste!", rende bene l'idea dell'importanza politica della dichiarazione.

Eppure, dopo una sommaria descrizione dell'esame, perché "così sta zitto, che non se ne può più", l'impossibile rincara la dose!

The Impossible: Ah... ma allora non è un palp test!
Dovrebbero cambiargli nome...

Sedato un principio di sommossa, Bruce è saltato sulla scrivania, con io che lo tenevo, Susan che ha estratto una bambola voodoo con le sembianze di Impossible, Mr Fantastic ha alzato la cornetta d'istinto, probabilmente a chiamare l'ufficio personale, la quotidianità ha ripreso il suo corso grazie all'abile mossa di Mr Fantastic che ha aperto un portale verso la zona Direct Marketing Service, anche se nessuno dell'ufficio l'aveva richiesto, millantando un'apparizione di un branco di bambole barbie nude allo stato brado, sicuro richiamo per la sessualità repressa dell'Impossible.

Da Milano
Peppe Mentali

lunedì 15 giugno 2009

R(h)umor Gigio: Berlusconi tale e quale n° 6. La discesa in campo.

Attacca subito il Feltrone strombettando querulo.

Che quando ci ammannirono il videocassettone VHS del caballero che scende da caballo, quel su cui disquisirono i giornalisti fu (1) la calzamaglia (che faceva tanto faccione di prosciutto, secondo me) e (2) se il messaggio andava trasmesso integralmente, perché:

Feltri: [...] i giornalisti per passare da gente colta e democratica devono tagliare quel che non gli va.

Chiamasi ironia boomerang, che la lanci e ti torna indietro, e se sei scemo come Feltri, ti finisce nel... in faccia, ecco.
Perché così abbiamo capito come fa giornalismo, se ce ne fosse stato ancora bisogno.


Poi ci riporta una miticheggiata battuta dell'Agnelli, sulla scesa in parchetto del Berlusconi, ovvero:

(fantasma husserliano di) Agnelli: Lasciamolo fare. Se vince, vinciamo tutti.
Se perde, perde solo lui.

Ne esce un Agnelli probabilmente frutto di favoleggiamenti sedimentati, che mito su mito mi diventa uno che non capiva una sega di politica, visto che se Berlusconi vince, vince solo lui, se perde vinciamo tutti.
Un pelo diverso, tipo l'opposto netto.


Scopro che esiste un "kit del presidente" per quelli che ci hanno un club forza italia da mandare avanti, ve lo elenco:

Borsa modello pilota, rigida contenente
Un orologio
Un portachiavi
Bandiere di varie dimensioni
Cinque (5) cravatte
Distintivi in metallo
Distintivi in plastica
Distintivi di cioccolato ricoperto di stagnola che devi darti una mossa a distibuirli che si sciolgono
Distintivi che se ti avvicini ti spruzzano gazzosa nell'occhio, e poi devi ridere che è un'idea di quella sagoma del premier

Una serie di penne senza inchiostro che tanto non sapete scrivere
Adesivi
Tessere da distribuire ai soci
Tessere elettrificate da distribuire ai comunisti
Tessere a gas da distribuire ai negri
Un birignao in acciaio inox con borchie da distribuire al popolo ma vedi di fartelo ridare che ne hai solo uno e deve durare per almeno 5 anni
Un pupazzo Fasoletto in miniatura che se gli schisci il piripacchio ti pettina di scorregge, utile per quando si invita gli amici leghisti che apprezzano sempre gli argomenti di pancia.


Feltri: Chi ascoltò il discorso con cui Berlusconi annunciò la sua "discesa in campo", pensò a chi sa quale preparazione e a chi sa quale dispiegamento di mezzi.

Ok, noi di sinistra non avremo il polso, ma tu minimo minimo non hai manco la chiappa, della situazione.
Quel discorso lì fa pensare a grande preparazione?
A me fa pensare che ci aveva quell'oretta da buttar via, tra un pompino e un abuso edilizio, e ci ha infilato due stronzate.
Padre Furlotti confermerà, vai tranquillo.


Poi parla una certa Mity Simonetto, che cura l'immagine del Berlusca, e che riferendosi a lui si prodiga in grosso spargimento di Dottori (con la maiuscola? Feltri sei proprio un patetico lecchino), che ero lì lì per stracciare la mia laurea dall'esasperazione.

Simonetto: [...] se non avesse fatto quel che ha fatto, sarebbe stato un ottimo regista.
[...] anche oggi fa il regista [...] ma di tutte le manifestazioni importanti che promuove.
Non gli sfugge nessun particolare.

Ehi Mity, guarda quella roba lì è agghiacciante, manipolatoria, perniciosa e malvagia, che finisci all'inferno eh?
Non devi gongolare!
(Se non capisce così, proverò coi disegni)


Dopo questa leccata della Simonetto, si passa a qualche gossip del Tremonti (che ci dice che i camerieri del Four Seasons di Milano hanno convinto il berlusca a scendere in campo, spero siano crepati da camerieri, DIO LI MALEDICA), due patacche su Fini (che gli piace perché dice quel che pensa, certo come no, infatti su di te sta sempre zitto, hai voglia che ti piace...), la tiritera che la sinistra non aveva capito una cippa, che il Silvio avrebbe stravinto, aveva capito tutto la destra, che me la ricordo come lo trattava appena comparso, con il Bossi che gli dava del ladro amico di Craxi, e Fini che gli dava la colpa di aver perso a Roma perché lo aveva appoggiato.
E per finire l'immancabile citazione della MOMMA.

MOMMA: "Se l'è sceso in campo la gavrà i sò resun, e lui l'è un brau fieu!"
(Se è sceso in campo avrà le sue ragioni, e lui è un bravo ragazzo)

Ma vada via i ciap te e l'Edipo!

SE TELEFONANDO IO SCENDESSI IN CAMPO, SCIVOLEREI SU UNA CACCA DI CANE...

mercoledì 10 giugno 2009

Sotto il pelouche niente.

Da quant'è che è cambiata la faccia, il modo di apparire, dello sfigato medio?

Oggi sono lì alla macchinetta del caffé.
Sono lì, in quello che un tempo si diceva "luogo d'aggregazione", e che ora è solo un parcheggio per vite monoposto, campionato di monadi formula uno, che bevo la mia ciofeca.
Senza zucchero.
Che la mamma di una mia ex mi diceva: ma è peggio di una medicina.

E spio.
Ben nascosto sotto il mio spesso velo di Maya, che me lo son fatto fare di cotonina, dice che in inverno tiene caldo e in estate fresco, osservo.

Un elettricista, anzi, un operaio dell'elettricista, uno della classe lavoratrice, si diceva una volta.
Uno economicamente qualunque, come me.
Forse meno qualunque, che becca più soldi.
Ma il classico che una volta dicevi "bella lì, siamo uniti nella sFIga media! Parliamo male della destra e del complotto massonico-mafioso, gladio, il PCI che non vince mai, strano, via, che sono tutti comunisti?", insomma.

Spio e ascolto.
Per poco la minigonna di Maya mi si alza tutta, che non posso, che svelo ciò che deve rimanere ascoso, che son infiltrato, mi salta la copertura!
Tira giù il velo, mayale!

Per poco mi cade la mascella, dico.
L'elettricista si è presentato per il Popolo delle Libertà.
In uno dei rari paesini rossi della brianza.
Quindi ha pure perso.
E dice: ho scelto il cavallo sbagliato.
Da oggi, col behaviorismo ci faccio la birra.

E come te lo beccavo mai un elettricista di forza italia che si presenta in un comune rosso della brianza, e perde?

Quand'è che la fisionomia dello sfigo medio non funziona più?
Berlusconi ci ha attaccato la sindrome del Pupazzo Fasoletto, che sotto il pelouche non si sa se c'è il killer di Fistolate d'Adda o un ingegnere svedese seguace di Zuinglio?

Ricordo una volta.
Piccolo, andavo alle elementari.
Esco col babbo, andiamo al cinema.
Film di John Wayne, il Grinta, era.
Usciamo, andiamo al bar, mi prende un gelato.
Incontriamo il sciur parùn de la fabrichètta.
Cioé, era chiaro, evidente.
Un padrone.
E lui parla di politica con mio padre.
Si lamenta che tutti vogliono votare PCI.
Anche i bambini, dice, e mi indica.
Era chiaro: evidente.
Io già pensavo, alle elementari, che il PCI era la meglio cosa.
E il padrone l'aveva capito.
O aveva fatto una battuta, e ci aveva preso.
E io lo guardavo e mi stupivo.
Ma ci si riconosceva.

Quand'è che "scegliere il cavallo giusto" è diventato normale?
La politica? Una puntata al lotto.
Una faccenda di un tanto al chilo, gliela affetto sottile sottile, sciura, che vedrà cume l'è fresca!
Il behaviorismo? Solo un metodo di fermentazione del luppolo.

Da quand'è che è diventato difficile riconoscere il mio nemico?
Da quanto non ci sono più tutti quei fogli di metallo a cui appiccicavano le facce dei politici, in tempo di elezioni, che lungo la strada verso casa ce n'erano così tanti che soprapensiero mi sembrava di giocare a nascondino tra le lenzuola stese ad asciugare sulla terrazza, che sbatacchiavano con rumore ferreo al passaggio delle auto, perché tanto sono facce tutte uguali, che cosa le appiccicano più a fare?

Torno sotto il velo.
Saluti dai territori occupati.
Il vostro infiltrato
Ghost Mind

martedì 9 giugno 2009

ELEZIONI CACCACULO!

Caccaculo: Caccaculo, caccacaculo?

Peppermind: Le elezioni?

CC: Caccaculo.

PM: Vacci perché poi, se no, cioè, se vince la destra, è anche colpa tua?

CC: Caccaculo.

PM: Vado, faccio questo sforzo, tanto è sempre così:
dopo che mi sono subito un anno di destra al potere, mi ci ritrovo in automatico in cabina.
Un attimo prima sono lì che, che ne so, mi sto strafocando di pizz co’ la trippa ‘n copp, che mangio perché trattasi di archetipo junghiano per parte nopei e parte briansoli, mi ingozzo tutto posseduto dall'inconscio collettivo, e l’attimo dopo, ancora in mutanda larga e ciabatta infradito, archetipone it’s my wine, PUFF, POW, ZABOW, eccomi lì in cabina che metto croci a caso, basta che ci sia grossa densità di falce e martello sotto la grafite?
Eccomi lì che chiedo al presidente del seggio: dove sono?
Con occhio bovino piagnucolo: portatemi a casa?
Ci ho il salvapepper beghelli, che faccio, schiaccio?

CC: Caccaculo!

PM: Sinistra e libertà?
Che poi è come non votare, ma meno anarchico, meno ma meno?

CC: Caccaculo!

PM: Che tanto:
più sono volgari.
Più sono razzisti.
Più sono maschilisti.
Più hanno mani, braccia e faccia imbrattate di sangue.
Più vincono?

CC: Caccaculo…

PM: Che cos’hanno in testa le donne che votano Berlusconi e Bossi?
Che quelli ci hanno la faccia dello stupratore di famiglia?
Che cazzarola hanno in testa, queste donne?
Una palla pazza che strumpallazza?

CC: … caccaculo…

PM: Esercita il tuo diritto di voto?
Ma...

CC: CACCACULO!

PM: E il partito?

CC: Caccaculo!

PM: Italiano!
Il PCI?

CC: Ca caccaculo, ca’.

PM: Ma caccaculo, va’, veramente.

SE TELEFONANDO IO POTESSI ANDARE A VOTARE, MA CACCACACULO, VA’.

sabato 6 giugno 2009

Quella è l'exit, poll.


Ecco.

Così se Elle, o chiunque volesse, ha informazioni su come butta nei seggi, ce lo dice nei commenti.
E il Claudio ci fa l'analisi politica, che rai3 non è nessuno.

Da buon reporter infiltrato tra il nemico, convoglio queste informazioni facendo schermo col mio corpicione, subendo gli strali del nemico con ridanciana voluttà.

E non darò indicazioni di voto dicendovi di votare a sinistra, né dirò che quei babbei di fasci sporchi e volgari che stanno al governo devono morire.

SE TELEFONANDO DOVESSI DARMI UNA BUONA EXIT, POLL, POLL PURE…

venerdì 5 giugno 2009

Notizie dal fronte e retro, soprattutto retro.



Abbiamo una decina di clienti che la giovin dirigenza ha deciso di trattare con guanti di lontra.
(Siamo una piccola azienda, l'ermellino al cust tropp!)

È una fottuta bomba in mano a dei bambini idioti.

Questi clienti faranno pure "fatturato alto" (che termine disgustoso, sa di carta e fallimento), ma questo non garantisce loro:

1) un cervello
2) un'umana comprensione

Infatti rimangono sceriffi informatici, con pretese da sbirri di periferia e sensibilità da razzisti brianzoli.
Ma... a volte ci aggiungono una spruzzata di piume e pajettes, probabilmente preda di questa cultura televisiva che richiede riconoscimenti immediati, da uomini della baracca.
Cioé: se ti telefono, tu devi sapere subito chi sono, dai, sono il tuo più FAMOSO e AMATO cliente!
E non mi far perdere tempo.
Ti chiamo, ti dico due cose, tipo "Mh. Uè.", e tu apri il ticket, rapido, efficiente, esauriente, tajes i cavei, barbùn (tagliati i capelli, barbone).

Insomma: per questa trovata del TOP client, ci tocca inscenare teatrini degni del peggior circo medranaccio di periferiona.

Top Client: Salve.
Sono della Clientone Spa.
Peppermind: Salve... (pensa, scartabella, intuisci, arguisci, chi è, che vuole, cosa dirà?)
Top Client: L'ADSL di Ciccioformaggio non va.
Peppermind: Sì, un attimo solo... (non chiedergli niente! Se hanno riavviato, se c'è la portante o no, come si chiama lui che ti sta parlando! ZITTO che si offendono!)
Top Client: Allora salve...
Peppermind: (Ma che fa? Già riattacca? Aspetta un attimo, pezzo d'idiota vanaglorioso!) Sì, pertanto ora le apro il ticket che invio al... sooolito... solito? Solito indirizzo, che PERTANTO... ora le inoltro il numero di ticket... solito indirizzo, PERTANTO...
Top Client: Ah, sì, la PORTANTE non c'è (EVVAI! Che mi conosco solo io!).
Sì, invii pure al mio indirizzo.
Peppermind: Il solito oppure quello che...
Top Client: No, il solito, PippoTronfione@Clientone.it.
Peppermind: (Alla buonora, feccioso pusilllanime) Certo Signor Tronfione!
Grazie e salve!

Ma perché sclero, poi.
Non vivo in un paese che ha eletto un perfetto imbecille, dandogli i poteri di un super top client, solo perché fa una pigna di fatturato?
Che cazzarola sclero a fare?
Se quel vecchio bavoso, avido e volgare di Berlusconi mi obbliga a numeri da foca con la palla per tirare a fine mese, e invece di andare in pensione fa il capo di stato, perché mai non dovrei farmi manipolare da un sciur Clientun qualunque?

Vivo in una zona occupata.
Milano.
La brianza.
Qui il nemico è ovunque.
Devo stare attento.
Scrivo da una zona occupata.
L'invasore si chiama come me.
Ha la mia stessa faccia, la mia stessa lingua.
Ma proprio non vuole sentirmi parlare.
Né pensare.

Devo proprio stare attento.
Saluti dal vostro infiltrato.

p.s. Che dite... ho un bel po' di numeri di quell'assurda fanfaronata di "Berlusconi tale e quale".
Scrivo altri post sull'argomento, o ha rotto le balle?
Fatemi sapere, dai.
(Exit Boll: per ora vincono i sì, con 3 voti, contro i No, 0 voti.
Preoccupante come sempre l'alto numero delle schede bianche.)

SE TELEFONANDO IO SCOPRISSI DI ESSERE TIPO RADIO LONDRA...

lunedì 1 giugno 2009

R(h)umor Gigio: Berlusconi tale e quale n° 2


Ho trovato il numero 2!
Posso ottemperare alla mia vana promessa.
Sai che felicità, eh?

Vengo a sapere anche che il leggendario numero 4 è finalmente uscito, a sorpresa, ed è subito andato a ruba.
Che popolo di minorati emotivi.
Ma soprattutto: le mutande sporche di Berlusconi sono come il maiale, che non si butta via niente.
Ogni centesimo e ogni mezzo voto che si può spremere da qualsiasi foglia che cada (dal costumino adamitico del premier), e lo si spreme, ci abbiamo mica scritto in fronte “persone interessate al bene comune”, eh?

Passando al numero 2: del fascistello, cioè volevo dire, fascicoletto, a me che sono un intelligente e acculturato comunista, salta all’occhio l’enorme quantità di refusi.
Alcuni trasudano lapsus freudiani da ogni poro.

Didascalia (prima pagina): BerlSUCONI e Sharon durante il loro incontro (eccetera).


Che subito mi dico: che ceppa c’entra il metodo di scelta dei ministri delle pari opportunità con Sharon?
Si aprono scenari inquietanti!
Ah, no, è un refuso…

Feltri, pagina 30: Anche UNA altro amico “di lungo corso” (sic) compare accanto a Berlusconi negli anni dell’università.
È Marcello dell’Utri […] [al quale Silvio] proporrà di lavorare con lui come assistente.


No, non mi viene in mente che questo articolo femminile magari gli scappa perché mafia è femminile, o perché assistente è “particolare”.

La sola prefazione di Feltri, poi, è densa di simpatia e acume giornalistico.

Feltri: Sulla causa israeliana, la politica estera del nostro Cavaliere (nostro di chi? Plurale maiestatis, i suppose) è la cosa che meno ci fa rimpiangere Andreotti e poi D’Alema.


La cosa che meno... ma dove sei stato in tutti questi anni?
Ti hanno ibernato e scongelato giusto per leccare?
Sono troppo avanti, non vinceremo mai contro simile tecnologia, compagni!


Feltri: […] vaccinato dall’antisemitismo dalla madre.


Confermano i testimoni dell’accaduto, cioè il canguro Ildefonso e Giamboletti Fausto, che ha anche usato un capello di cavolfiore come laccio emostatico, mentre la mammina del Silvio gli iniettava il siero dell’antisemitismo (i comunisti maligni si astengano dall’opinare sulla natura del liquidino iniettato!).

Feltri: [Berlusconi] ha buoni rapporti con beduini e cammellieri e petrolieri vari.


Che cazzarola di buoni rapporti possono essere se definisci eminenze politiche e culturali come cammellieri, beduini e petrolieri vari?
Ma no! Pirla io: è facile immaginare il gioppino di Arcore mentre contratta cammelli in cambio di donne e di una tanica di gasolio per fare le sgomme con il suvvone presidenziale nell’oasi dello sceicco.
Errore mio.


Altri picchi del numero 2:

-la testimonianza di padre Erminio Furlotti, che non è un nome che mi sono inventato io, che ci dice che quando al liceo il giovin trafficone presentava gli avvenimenti (quali, non ci è dato sapere, ma meglio così, ne sono certo), “teneva tutti sulla corda” perché “spesso improvvisava”, il che consolida le teorie sull’affabilità sociale del premier, tutte palpate di culo e corna, che pensa ancora di essere il rappresentante di classe e se se la gioca bene poi ci scappa di limonare la Betti nell’ora buca;

-il cognome da signorina della madre (c’è grossa aria di Edipo, ok, abbiamo capito!) che sarebbe Bossi, e giù di ipotesi agghiaccianti sull’intesa con Umberto, CASSAMBA (Magnago) che sorpresa!
Berlusca: Umby, tu ssì fratre ammè!
Mammina: Umby, figghiu meo!
Il Bossi: (rivolgendosi al Castelli) cus'al voren questi chi? (cosa vogliono questi?)


-la definizione di Gheddafi “leader di libertà”, che è un errore ortografico che padre Furlotti gli dava 2 al volo, e che ci chiarisce ulteriormente di che pasta è fatta la libertà della varie case e popoli berlusconiani, stasera cosa fai?, vado a un genocidio in piazza San Babila, porti tu la sciampagna Confa?
Io porto le fighe.

È proprio vero quel che dice il Bruce Banner:
Guarda che a leggere quella roba lì si diventa ciechi.

SE TELEFONANDO IO POTESSI... AHHH, MA CHE VE LO DICO A FARE.